Problemi circolatori dei piedi

In questi anni ho visto molti piedi tutti diversi tra loro. Quelli che mi hanno più colpito e allarmato sono stati quei piedi che mostravano un reticolo venoso particolarmente evidente, indice verosimilmente di una possibile insufficienza venosa causata da problemi circolatori dei piedi.

Per un occhio esperto, questo si evidenzia sulla zona mediale del piede dove si trovano tantissimi capillari, indice proprio di questa disfunzione. I problemi circolatori dei piedi sono dovuti in generale ad una cattiva circolazione sanguigna sistemica che, quando è in fase avanzata, va a colpire estremità del corpo quali i piedi e le mani.

Non finirò mai di ripeterlo i piedi sono lo specchio del nostro corpo e sono il compartimento articolare più importante. Non deve essere mai trascurato nessun segnale che i piedi ci portano alla luce (sempre parlando dal punto di vista riflessologico).

Spesso i formicolii a livello dei piedi non sono da sottovalutare, anche questi possono essere indice di possibili problemi di circolazione.

La pianta del piede è attraversata da una fitta rete di vene che funziona come una pompa.

La compressione plantare infatti esercitata quando camminiamo stimola la pompa venosa data dalla contrazione dei muscoli del piede e del polpaccio; queste contrazioni permettono anche ai liquidi di non ristagnare nelle estremità.

È dunque molto importante salvaguardare la pianta del piede. Una delle principali cause che riducono l’azione della pompa venosa sono le calzature in particolare i tacchi. È stato pubblicato uno studio sul Journal of Vascular Sugery, che ha confrontato tre tipi di calzature con tacchi di 3,5 centimetri, tacchi a spillo di 7 centimetri e zeppe di 7 centimetri. Tale studio ha effettuato la simulazione del cammino valutando gli effetti dell’appoggio della pianta del piede e della pompa muscolare del polpaccio in giovani donne. Si è concluso che si ha una riduzione della gettata della pompa venosa nella zona del piede ma soprattutto a livello del collo del piede dove si riscontra anche una riduzione dello spazio articolare tra l’astragalo ed il malleolo.

L’importante è rivolgersi sempre ad un medico specialista per valutare sia le cause del problema, ma soprattutto il piano terapeutico.

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